Mar 14, 2020 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Coronavirus: L’inizio

Coronavirus: L’inizio

Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi hanno notificato un focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan (Provincia dell’Hubei, Cina). Molti dei casi iniziali hanno riferito un’esposizione al Wuhan’s South China Seafood City market (si sospettava un possibile meccanismo di trasmissione da animali vivi). Il giorno le autorità cinesi dispongono la chiusura del mercato di Wuhan e l’isolamento di chi presentava i sintomi e i segni dell’infezione; solo dopo una settimana le autorità cinesi dichiarano di aver isolato il virus, che risulta nuovo, presenta sintomi simili all’influenza comune e fa parte della famiglia della Sars. Il 9 gennaio 2020, il China CDC (il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina) ha identificato un nuovo coronavirus (provvisoriamente chiamato 2019-nCoV) come causa eziologica di queste patologie, dopo che questo virus fa la prima vittima. Le autorità sanitarie cinesi hanno inoltre confermato la trasmissione inter-umana del virus. L’Europa si muove solo il 17 gennaio con controlli agli aeroporti. Il 21 gennaio c’è il primo caso negli Usa. I casi in Cina crescono in maniera considerevole, tanto che il 22 gennaio prima la città di Wuhan (11 milioni di abitanti) e poi la corrispondente regione del Hubei (60 milioni di abitanti) vengono messi in quarantena nel tentativo di contenere l’epidemia. La città di Wuhan viene in pratica bloccata (viene anche costruito un ospedale in 10 giorni) e Pechino annulla le celebrazioni del Capodanno cinese e prende misure anche per le regioni vicine a Hubei. Il 24 gennaio primo caso in Francia e a Singapore. La situazione continua a peggiorare, Hong Kong e Mongolia cercano di non essere colpiti chiudendo le frontiere, ma purtroppo a livello mondiale si alza il livello di allerta. Il 28 gennaio in Cina si superano i 100 morti e i 4000 contagiati. Anche la Thailandia prende provvedimenti, mentre in Giappone, Canada e Germania arrivano i primi casi. Gli Usa preparano i voli per i rientri dei connazionali, si muovono anche altre nazioni per evacuare Wuhan. I numeri dei morti e dei contagiati in Cina sale. Il 30 gennaio ci sono i primi 2 casi in Italia (due turisti cinesi in vacanza a Roma). I primi giorni di febbraio vedono i casi di morte e contagio in Cina aumentare in maniera esponenziale e muore anche uno dei medici che aveva cercato di dare notizie sul virus, e arrivano le prime critiche sulla mala gestione dell’emergenza. Le maggiori nazioni mondiali cercano di completare l’evacuazione da Wuhan.

A inizio febbraio si ha  il secondo focolaio dell’infezione colpisce una una nave da crociera. Mentre si trovava nelle acque territoriali giapponesi, la  Diamond Princess è stata messa in quarantena il 4 febbraio, sette giorni dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’ emergenza sanitaria globale. Una decisione consigliata dalla rilevazione del contagio in un ottantenne sbarcato a Hong Kong, 24 ore prima. I passeggeri sono rimasti isolati a bordo della nave nel porto di Yokohama fino al 27 febbraio. Giorno dopo giorno, però, il numero degli infetti è cresciuto. Al punto che la Diamond Princess è diventata il secondo focolaio al mondo – prima del sorpasso da parte dell’Italia – per diffusione del Coronavirus dopo la Cina. Un andamento che ha spinto le autorità a prolungare l’isolamento oltre il 19 febbraio, giorno inizialmente previsto per l’inizio dello sbarco (considerando le due settimane di incubazione del Coronavirus). Ma la misura non ha sortito gli effetti sperati. Sulla carta, i passeggeri sintomatici avrebbero dovuto essere isolati dagli altri. Ma la profilassi, a bordo di una nave grande anche se con spazi comunque affollati, non è stata parimenti efficace. Se non si può escludere che alcune persone fossero infette anche prima del 4 febbraio, la vicinanza tra le persone è stata riconosciuta come la possibile (e principale) causa del rapido aumento dei contagi. Un ruolo secondario potrebbe averlo giocato anche l’impianto di condizionamento della nave. «Quello che andava fatto era trattare ogni singolo caso in funzione dell’esposizione al virus», è quanto assserito nei giorni scorsi da Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consulente del Governo italiano per l’epidemia. «La quarantena doveva avvenire in luoghi separati».

Il terzo focolaio si ha in Corea del Sud. Il leader della setta religiosa sudcoreana Chiesa di Gesù Shincheonji, considerata il focolaio dell’epidemia di coronavirus nel Paese, è stato accusato di omicidio e grave negligenza per avere ostacolato gli sforzi per impedire la diffusione del virus tra i suoi seguaci. Degli oltre 4mila casi registrati, circa il 60% riguarda membri della setta. Lee Man Hee, fondatore e leader spirituale della setta, ed altri 12 esponenti della setta sono stati accusati infatti di non aver fornito i nomi dei seguaci che potrebbero aver diffuso il virus, ostacolando quindi gli sforzi delle autorità sanitarie locali. I procuratori di Seul ritengono che il leader e gli altri incriminati debbano quindi essere considerati responsabili della morte di alcune delle vittime, finora 26, del coronavirus in Corea del Sud. Lee, che ha 88 anni, oggi ha presentato scuse pubbliche per non aver reagito abbastanza velocemente contro la diffusione del virus all’interno della sua comunità religiosa. «Questa non era la nostra intenzione, ma come risultato molte persone si sono infettate – ha detto in una conferenza stampa a Seul, durante la quale si è inginocchiato per chiedere perdono – faremo del nostro meglio per sostenere con tutte le nostre risorse le misure del governo tese a controllare il virus». Su Facebook, il sindaco di Seul Park Won-soon ha spiegato di voler agire «per omicidio, lesioni e violazione su prevenzione e gestione delle malattie infettive». Con 4.335 infezioni, la Corea del Sud è al secondo posto nel mondo dopo la Cina per la diffusione del virus. Colpito pure l’Iran dove il sistema sanitario non è tra i migliori e questo fa proliferare in maniera rapida in virus. Il 21 febbraio il virus arriva anche in Italia. In questi cinque paesi i contagi aumenteranno rapidamente creando situazioni davvero critiche.

Coronavirus: L’inizioultima modifica: 2020-03-14T17:49:39+01:00da zinzo2
Reposta per primo quest’articolo

I commenti sono chiusi.